domenica 31 ottobre 2010

Da Spacca a Casagrande per l'alternativa a Berlusconi


Sabato 30 ottobre pv si è svolto a Montemarciano, presso il Teatro Alfieri, il primo Congresso provinciale PD. Complessivamente si sono svolti in un mese circa sessanta congressi nei 49 Comuni della provincia di Ancona. Complessivamente hanno votato oltre 2300 iscritti. All’indomani del Congresso il Segretario provinciale Emanuele Lodolini si è detto molto soddisfatto per l’esito del Congresso che ci consegna un Partito pronto a rimboccarsi le maniche e con molti più giovani e donne a dirigere il PD nei territori.

“La crisi economica, da un lato, ma anche la manovra economica, dall’altro, ci impongono una riflessione su un diverso assetto della governance locale. A Roma, al governo, prima per un anno e mezzo hanno raccontato che la crisi non c’era, poi, ora, stanno strozzando le Regioni e gli enti locali. In questa situazione le scelte di Spacca e della Casagrande per far fronte alla crisi sono da esempio e dimostrano come, nell’affrontare le difficoltà dei tagli della finanziaria, le Marche e la Provincia di Ancona siano una realtà dove si costruisce un’altra idea di governo e l’Alternativa al governo Berlusconi”. “La crisi diventa così occasione di nuova progettualità. Non è tempo di ordinaria amministrazione e di tranquillità. Viviamo un tempo che richiede visione e coraggio per non galleggiare”

Anche sul rinnovamento, Lodolini ha molto da dire: “Penso ad un Partito nel quale c’è bisogno di tutti e nel quale tutti devono collaborare a promuovere una nuova classe dirigente. Tutti noi esaltiamo il cambiamento. Troppo spesso, però, l’elogio del cambiamento si ferma sulla soglia di casa. Va bene finché non ci riguarda. Le rottamazioni non mi convincono. Sull’usato sicuro ho da sempre qualche dubbio. Non mi convince l’idea del Papa straniero. Quello che so è che i cardinali non possono essere sempre gli stessi”.

Infine sulle alleanze in vista del provinciale ha ribadito la sua volontà di “voler rafforzare il centrosinistra tradizionale che oggi governa la provincia, ma se possibile anticipando in chiave estensiva quelli che possono essere nuovi e più ampi scenari nazionali, tenendo conto di quanto fatto alle ultime regionali. Ma occorre ristabilire un principio. Purtroppo lontano dalle elezioni discutiamo di alleanze, vicino alle elezioni scriviamo il programma. Bisogna fare esattamente il contrario e saranno i programmi a determinare le alleanze. La costruzione di uno schieramento politico, delle alleanze sarà tanto più credibile in quanto sostanziato da un progetto forte. Perché la nostra prima alleanza vogliamo farla con i cittadini, mostrando che la politica si occupa di problemi, facendo venire dubbi a chi oggi è sfiduciato”.

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