martedì 27 luglio 2010

Via Tambroni, Via Craxi, Via Almirante? Noi diciamo NO!

Il Sindaco e la Giunta di Ostra Vetere, con la Delibera n. 79 del 2010 (tutti gli Assessori presenti e voto unanime) hanno deciso di intitolare alcune vie e piazze all’"On. Bettino Craxi” allo scopo di ricordare lo Statista e Presidente del Consiglio dei Ministri; all “On. Giorgio Almirante” allo scopo di ricordare lo Statista e Parlamentare; all’ “On. Fernando Tambroni” allo scopo di ricordare lo Statista e Presidente del Consiglio dei Ministri.

Come Democratici e cittadini di Ostra Vetere siamo profondamente indignati per questo malsano uso politico della toponomastica. Siamo profondamente indignati perchè si rende "omaggio" a tre personaggi definiti "di rilievo che hanno segnato la Storia d'Italia".

Ecco come Tambroni, Almirante e Craxi hanno segnato l'Italia.

Fernando Tambroni, democristiano. Nel marzo1960 ricevette l’incarico di formare un governo per sostituire quello guidato dal dimissionario Antonio Segni. Il 21 marzo il governo Tambroni ottenne la fiducia alla Camera con soli tre voti di scarto, 300 sì e 297 no. Determinante l’appoggio dei deputati del M.S.I. A giugno dello stesso anno il Movimento Sociale Italiano decise di convocare il suo sesto congresso a Genova, città medaglia d’oro per la Resistenza e di farlo presiedere dall’ex prefetto Basile, repubblichino e responsabile della deportazione degli antifascisti e degli operai genovesi nei lager tedeschi. Esplode la protesta politica in tutta Italia. Il Governo Tambroni decide per la linea dura. La polizia spara sui manifestanti: a Licata 24 feriti e 1 morto, a Roma la polizia a cavallo carica un corteo antifascista, a Reggio Emilia la strage, più di 500 proiettili sparati, centinaia di feriti, 5 i morti, a Catania sono 7 i manifestanti feriti ed un giovane disoccupato massacrato e ferito quando era già a terra esanime. Il ragazzo morirà dissanguato.


Giorgio Almirante firmatario nel 1938 del “Manifesto della razza” e dal 1938 al 1942 segretario di redazione della rivista “La difesa della razza”. Alla creazione della Repubblica Sociale Italiana, dopo l’8 settembre 1943, passa a Salò arruolandosi nella Guardia Repubblicana Italiana con il grado di capomanipolo. Ricopre il ruolo di Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Popolare di Mussolini , e successivamente quello di tenente della brigata nera dipendente sempre dal Minculpop. In questa veste “s’impegna” nella lotta ai partigiani in particolare in Val d'Ossola e nel grossetano. Qui, il 10 aprile 1944, appare un manifesto firmato da Almirante in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani, definiti "sbandati", all'interno del manifesto, che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Nel 1971 il manifesto venne ritrovato nell'archivio comunale di Massa Marittima, pubblicato da l'Unità il 27 giugno 1971 e poi riconosciuto come autentico in sede giudiziale. Nella sola frazione di Niccioleta, a Massa Marittima, tra il 13 ed il 14 giugno 1944 vennero passati per le armi 83 minatori. Il 3 novembre 1947 la Commissione provinciale di Roma assegnò Giorgio Almirante al confino: “Elemento pericoloso all’esercizio delle libertà democratiche, non solo per l’acceso fanatismo dimostrato sotto il passato regime, e particolarmente nell’infausto periodo della repubblica di Salò, ma anche per sue recenti manifestazioni politiche in esaltazione all’infausto ventennio e di propaganda di principi sovvertitori delle istituzioni democratiche, ai quali egli informa le sue attività tendenti a far rivivere istituzioni deleterie delle pubbliche libertà e per la dignità del Paese”.


Benedetto Craxi detto Bettino fu il primo socialista a ricoprire, nella storia repubblicana, la carica di Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987, in due governi consecutivi. Il 17 febbraio 1992, l'ingegnere Mario Chiesa, esponente del PSI, già assessore del comune di Milano con l'ambizione alla poltrona di sindaco, viene arrestato in flagrante per aver intascato una tangente da una ditta di pulizie. E’ l’inizio di “Mani Pulite”. Il PSI passa dal 14,3 al 13,5%, a Milano il crollo è di oltre 5 punti (dal 18,6 al 13,2%). Il 15 dicembre 1992 Craxi ricevette il primo degli avvisi di garanzia della Procura di Milano. Il 23 marzo 1993 gli avvisi di garanzia, tutti per episodi circostanziati di corruzione e finanziamento illecito di partito, erano diventati undici, ma già l'11 febbraio 1993 Craxi si era visto costretto a dimettersi dalla segreteria del PSI. Craxi cumula una ventina d'avvisi di garanzia, e nel corso del 1993, emersero sempre più prove contro di lui. Il 15 aprile 1994, con l'inizio della nuova legislatura in cui non era stato ricandidato, cessò il mandato parlamentare elettivo e, di conseguenza, venne meno l'immunità dall'arresto. Il 12 maggio 1994 gli venne ritirato il passaporto per pericolo di fuga, ma era già troppo tardi perché Craxi, si seppe solo il 18, era già in Tunisia ad Hammamet. Il 21 luglio 1995 Craxi sarà dichiarato ufficialmente latitante.

Craxi è stato condannato con sentenza passata in giudicato a:
5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai il 12 novembre 1996
4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese il 20 aprile 1999.
Per tutti gli altri processi in cui era imputato, alcuni dei quali in secondo o in terzo grado di giudizio, è stata pronunciata sentenza di estinzione del reato a causa del decesso dell'imputato.

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