lunedì 21 luglio 2008

La sicurezza va garantita

La sicurezza è un diritto di cittadinanza fondamentale che non ha colore politico, poiché chi governa o amministra ha il dovere di fare di tutto per garantirla. E’ come lo facciamo che rende diversi chi come noi ha a mente il presupposto integrazione e legalità, rigore e profilo umanitario, da chi, invece, questo presupposto non ce l’ha. Il tema va affrontato con equilibrio, con senso della misura, e non con la propaganda.
Certamente c’è un problema di efficacia e c’è un problema di percezione diffusa dell’insicurezza che attraversa anche le nostre comunità. Anche questa percezione merita risposte concrete.
E’ cresciuta, difatti, la febbre dell’insicurezza, al centro dell’inquietudine del Paese e dell’opinione pubblica. Sappiamo bene e lo vediamo anche dalle nostre parti come risponde la destra a questa fondamentale domanda di sicurezza. Risponde con l’egoismo sociale, con la chiusura particolaristica, con l’allarme e l’esortazione ad innalzare muri. Risponde facendo propria quella che è stata definita l’ideologia del guscio, del ripiegamento difensivo. E’ una risposta sbagliata che però non va sottovaluta perché dietro essa c’è un mix di ideali e valori che non possiamo condividere ma che è in grado di attrarre consenso. Il fatto è che i vecchi schemi non reggono più. Bisogna fare dei passi avanti da un punto di vista culturale perché lo sbaglio più grande che oggi potremmo fare è quello di rimanere fermi. Il PD ha segnato e sta segnando, anche da questo punto di vista, una rottura rispetto al passato.
Dietro alla retorica della sicurezza il Governo alla prova dei fatti dimostra di non sapere adottare nulla di concreto. Solo norme manifesto. L’uso delle Forze armate per pattugliare le città. Non c’è solo il problema della militarizzazione della sicurezza, mai verificatasi fino a oggi in Italia, ma la confusione di ruoli e di idee, ed il messaggio di sfiducia alle forze di polizia. Ci sarebbe, invece, bisogno di più patti per la sicurezza tra Governo e Comuni, di più forze di polizia sulla strada e di maggiore coordinamento tra loro. E ancora. Il reato d’immigrazione clandestina e le impronte digitali per i bambini rom. A tutto questo si aggiunge la politica di tagli al settore che il Governo ha messo in campo. Gli uomini impegnati contro la criminalità e per la sicurezza dei cittadini diminuiranno, avranno meno mezzi e meno possibilità di contrasto. Il taglio annunciato ammonta a quasi tre miliardi e mezzo e la correzione promessa con il maxi-emendamento si rivela un appesantimento di altri 116 milioni di euro rispetto alla prima stesura. Questa è la peggiore risposta che si potesse dare alla protesta dei sindacati di polizia e dei Cocer delle forze armate. Questa maggioranza, che ha condotto la sua campagna elettorale in nome della sicurezza, che ha cavalcato e alimentato le paure dei cittadini, ora come primo gesto concreto taglia le risorse destinate alla sicurezza. C’è una palese contraddizione fra gli annunci di chi pretendeva di mettere la sicurezza dei cittadini al primo posto e chi poi, al contrario, va a colpire proprio gli strumenti che servono a questo scopo.


Emanuele Lodolini

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